Outplacement

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la borsa degli attrezzi

Come inserire nella tua borsa degli attrezzi gli strumenti giusti per rimetterti in corsa sul mercato del lavoro…

In che modo un’azienda può rimanere vicina ai suoi dipendenti anche nel momento della comunicazione di notizie difficili come il licenziamento? E’ possibile che addirittura ti fornisca gli strumenti per trovare un nuovo lavoro?

Tutto ciò non è un’utopia, ma una nuova frontiera ed ha il nome di Outplacement.

Il servizio di outplacement nasce negli USA alla fine degli anni 60’. Uno dei primi contesti in cui è stato applicato è quello della NASA, in seguito ad una drastica riduzione dei suoi dipendenti specializzati.

L’outplacement è un servizio di consulenza per la riqualificazione professionale ed il ricollocamento del personale in esubero. Esso è dedicato sia ai dipendenti che alle aziende, ed è finalizzato a favorire, nei casi di crisi, la transizione del personale in esubero verso un nuovo posto di lavoro.
Il termine inglese , che originariamente intendeva “piazzar fuori” il dipendente dalla sua azienda di appartenenza, ora è correttamente riferito ad un qualificato supporto di consulenza e assistenza offerto, su richiesta dell’azienda, al lavoratore di ogni livello.

Il programma di assistenza ha una durata variabile, in genere dai 12 ai 24 mesi, ma quasi sempre si estende a tutto il periodo necessario a trovare un nuovo impiego.
Il primo step è quello del “supporto psicologico” che mira a rimotivare il dipendente tramite interventi deputati alla valorizzazione della sua personalità ed esperienza, e a minimizzare l’impatto del fallimento professionale. In genere, attraverso un’autoanalisi dei tratti caratteriali e delle capacità e attitudini professionali del soggetto, si arriva alla stesura del cosiddetto “bilancio di carriera”. L’obiettivo è far sì che il lavoratore sia in grado di elaborare un nuovo progetto professionale per reinserirsi nel mercato del lavoro. Esso funziona, quindi, come una sorta di “scivolo” che aiuta le persone a reperire o reiventarsi un nuovo posto di lavoro sul mercato.

Successivamente il candidato passa alla fase formativa riguardante il giusto modo di presentarsi ai possibili nuovi datori di lavoro. Questa fase comprende la stesura di un curriculum ottimale, la ricerca mirata di nuove opportunità, il modo di colloquiare durante le interviste di selezione, in cui è molto importante, ad esempio, far attenzione ad alcuni dettagli che sembrano banali ma in realtà sono determinanti.
Infine il candidato deve iniziare ad individuare il tipo di attività ed i contesti in cui si sente più idoneo e preparato. Per fare ciò si crea anche un’idea del mercato che lo circonda, in modo da valutare anche in base alla reali opportunità che si presentano in quel dato momento storico.

Questo processo potrebbe essere definito come una sorta di “ separazione consensuale” tra impresa e dipendente, che tende ad ammortizzare le reazioni emotive del personale che resta in azienda, rende più positivo il distacco con coloro che fuoriescono e produce innumerevoli vantaggi per l’immagine dell’azienda sia in relazione agli stakeholders interni che a quelli esterni. La scelta di utilizzare l’outplacement è, inoltre, un atto che dimostra un approccio etico per le imprese che stanno cercando di uscire da difficili condizioni di crisi.
In estrema sintesi, gli effetti dell’utilizzo dell’outplacement potrebbero riguardare un contenimento del contenzioso legale e della conflittualità, nonché un contributo al migliore funzionamento del mercato del lavoro che si traduce operativamente in un supporto per il lavoratore verso una nuova collocazione.